Il museo archeologico
L’area archeologica dell’insediamento di età gota (V-VI sec. d.C.) è accessibile al visitatore che può compiere un tranquillo percorso osservando i luoghi di un imponente sito fortificato realizzato dai Romani nel Tardo Impero, all’interno di un sistema difensivo approntato in area prealpina per contenere le invasioni dei Barbari.
Fu utilizzato dagli Ostrogoti e dagli stessi incendiato e abbandonato verso il 540 dopo Cristo.
Inoltre si possono osservare i resti di mura e torri nei pressi dell’Eremo e, percorrendo il Sentiero delle torri (sentiero 307), si può vedere il “muraioo” ovvero l’antico muro di cinta con ciò che rimane delle torri di guardia (ricostruzione grafica visibile nella pagina).
L’insediamento ostrogoto
“Hoc est vivere bis
Vita priore frui
(Vivere con gioia il passato
è come vivere due volte)”
Marziale, Epigrammi, X,23,6-7
Nel 286, Milano venne scelta come capitale dell’Impero romano. Anche dopo il trasferimento, nel 402, della sede a Ravenna, Milano conserverà una grande rilevanza culturale ed economica, grazie alla sua posizione centrale rispetto ai collegamenti della pianura padana con il centro Europa. Per proteggerla di fronte alla pressione dei barbari, le sue mura furono rinnovate; numerosi castelli sorsero inoltre all’imbocco delle vallate alpine e sui laghi, in siti naturalmente difesi. Sul lago di Como, all’inizio del V° secolo, venne istituita una forza navale agli ordini di un prefetto. E’ in quel frangente che l’Isola Comacina, ubicata presso la sponda occidentale del lago, divenne un importante castello. Tra i diversi castelli fondati a sud del lago certamente il più noto, grazie alle indagini di questi ultimi anni, è il Monte Barro.
Il Parco Naturale Archeologico del Piani di Barra si articola in terrazze pianeggianti, poste attorno ai 600 metri sul livello del mare. Una di queste era occupata da un solo grande edificio (visibile nella figura a lato), esteso su una superficie complessiva di circa 1700 metri quadrati. Era formato da tre ali disposte attorno ad un cortile, chiuso sul rimanente lato da un muro.
A partire dal 1986 e fino al 1997, il Parco ha promosso campagne di ricerca archeologica che hanno consentito di confermare la veridicità delle leggende che, fin dal Medioevo, parlavano del Monte Barro come sede di una mitica città.
Gli scavi, condotti in base a concessione ministeriale rilasciata al Museo “Giovio” di Como e sotto la direzione scientifica del prof. Gian Pietro Brogiolo e del prof. Lanfredo Castelletti, hanno messo in luce i resti di un castello di età gota, del quale sono stati riconosciuti un’area abitata ai Piani di Barra ed un sistema difensivo tra l’Eremo ed il versante sud-orientale (ricostruito nell’immagine a lato).
I resti archeologici sono tutelati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (Codice dei beni culturali D.I. Gs 42/04).