L’orno-ostrieto

I pendii meridionali del Monte Barro, un tempo in larghissima misura disboscati ed adibiti a castagneto, a pascolo o a prato da sfalcio, sono oggi decisamente avviati al naturale rimboschimento, secondo un processo che ormai viene rallentato solamente dal verificarsi di incendi.

Il notevole soleggiamento, dovuto all’esposizione sud del versante, unitamente alla presenza di suoli calcarei, sottili ed aridi, seleziona un particolare tipo di vegetazione boschiva termofila e submediterranea, che caratterizza buona parte delle Prealpi calcaree ed anche una notevole porzione dell’Appennino: si tratta dell’orno-ostrieto, termine che deriva dai nomi scientifici di due delle specie arboree più tipiche: l’orniello (Fraxinus ornus) ed il carpino nero (Ostrya carpinifolia). A queste specie si unisce una quercia altrettanto caratteristica, la roverella (Quercus pubescens). La relativa giovinezza di questa vegetazione, ma anche le difficili caratteristiche microclimatiche (che ne rallentano la crescita) e l’abbondanza di luce, spiegano l’aspetto di questi boschi: discontinui, spesso bassi e ricchi di arbusti. Tra questi, si notano in particolare il sommaco selvatico (Cotinus coggygria), termofilo ed amante suoli calcarei, ed il pungitopo (Ruscus aculeatus), molto diffuso nei climi caldi dell’Italia appenninica.